Il biofeedback nel disturbo ossessivo compulsivo
Categoria : Il Biofeedback
Come si caratterizza il disturbo ossessivo compulsivo?
Il disturbo ossessivo compulsivo (Obsessive – Compulsive Disorder, OCD) è rappresentato da pensieri ossessivi associati a compulsioni. In questo disturbo le ossessioni sono ricorrenti e persistenti:
- pensieri
- dubbi
- immagini
- impulsi
Queste ossessioni causano sentimenti che sono vissuti come pervasivi ed invadenti:
- paura
- disgusto
- disagio
- dubbio
Questi sentimenti a propria volta portano a mettere in atto delle compulsioni allo scopo di diminuirne l’intensità:
- comportamenti ripetitivi (scrupolosità, regolarità, puntualità eccessiva, auto ed etero – controllo)
- azioni mentali (contare, ripetere, pregare)
Quando il disturbo ossessivo compulsivo può essere considerato una patologia?
Le ossessioni possono riguardare pensieri, dubbi, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che il paziente non riesce a controllare e a cui non smette di pensare. Egli si rende conto che queste ossessioni sono frutto della propria mente e questa caratteristica è di fondamentale importanza per distinguere questo disturbo da altri. Per questo motivo tale situazione è vissuta come una limitazione della propria libertà. Le compulsioni sono rituali ben specifici, che possono presentarsi sotto forma di attività mentale (contare, pregare o ripetere) o di comportamenti ripetitivi (scrupolosità, regolarità, puntualità eccessiva, auto ed etero – controllo). Questi rituali sono considerati eccessivi e alle volte non coerenti con il contesto in cui vengono messi in atto. Nonostante i comportamenti compulsivi non siano necessari, la persona si sente obbligata a metterli in atto allo scopo di diminuire l’estremo disagio e l’ansia provocati dai pensieri ossessivi che appaiono come intrusivi e inappropriati.
Questi sintomi sono considerati patologici quando ostacolano lo svolgimento di una normale vita quotidiana, sociale e lavorativa. Ai rituali compulsivi, infatti, possono essere dedicate anche diverse ore al giorno. A livello sociale, persone con questo disturbo vengono spesso giudicate infondate e insensate da chi non conosce la causa del loro comportamento.
In aggiunta a questi sintomi possono essere associati anche disturbi d’ansia quali le fobie che costringono ad aumentare i comportamenti compulsivi al fine di controllarle.
Il biofeedback e il disturbo ossessivo compulsivo
È stato riscontrato che tale disturbo può avere una base biologica, determinata da una disfunzione nella trasmissione della serotonina nel cervello e – o una base sociale, determinata da comportamenti acquisiti.
Nell’ambito della terapia cognitivo – comportamentale si è dimostrato particolarmente efficace il Biofeedback elettromiografico, della conduttanza cutanea e della temperatura, tramite cui si cerca di insegnare al soggetto a rimanere in uno stato di rilassamento in modo da avere un maggiore controllo quando l’organismo è maggiormente attivato. Inoltre molto efficace è risultato essere anche il Neurofeedback tramite la manipolazione di parametri che permettono un maggiore rilassamento mentale.