Il biofeedback nel disturbo post traumatico da stress
Categoria : Il Biofeedback
Che cos’è il disturbo post traumatico da stress?
L’insieme di sintomi che prendono il nome di disturbo post traumatico da stress (Post Traumatic Stress Disorder, PTSD) è determinato da una reazione ad eventi critici (violenti, traumatici o catastrofici), che hanno coinvolto direttamente o indirettamente la persona e da cui essa si è sentita profondamente minacciata, sopraffatta o terrorizzata. I sintomi possono comparire da poche settimane a mesi dopo l’evento traumatico.
Tuttavia è comunque da tener presente che non tutti gli eventi stressanti, seppur traumatici, implicano una reazione di questo tipo. La maggior parte delle volte si tratta infatti semplicemente di reazioni emotive transitorie che difficilmente danno luogo a quel complesso di sintomi raggruppati sotto il nome di PTSD.
Il disturbo post traumatico da stress è caratterizzato da sintomi che possono essere divisi in quattro classi generali: ri – esperienza, evitamento, iper – attivazione e ottundimento.
Il PTSD spesso si accompagna ad altri sintomi quali: disturbi somatici, abuso di alcool e di droghe in generale, tentativi di suicidio, senso di colpa e sintomi psicotici.
Il Neurofeedback e il disturbo post traumatico da stress
Particolarmente efficace per ridurre questa sintomatologia sembra essere il Neurofeedback, che, tramite rilevazione dell’attività mentale, permette di lavorare su quei parametri che sono associati alla concentrazione, irritabilità, emozioni negative e rilassamento mentale. Il Biofeedback termico ed elettromiografico aiutano a rilevare modificazioni della temperatura corporea e dell’attività muscolare e in questo modo permettono di migliorare il controllo dei parametri fisiologici e di instaurare un generico stato di rilassamento.
Come si caratterizza il PTSD?
L’evento traumatico può essere rivissuto in diverse maniere: come feedback, sogni o ricordi a cui la persona partecipa pienamente, con la stessa attivazione sia psicologica che fisiologica, come se l’evento si stesse svolgendo nuovamente in quello stesso momento. Essi possono apparire anche slegati dalla situazione in cui il soggetto vive. Questi momenti sono vissuti come invasivi e ricorrenti e compromettono uno svolgimento normale delle attività quotidiane e soprattutto non sono controllabili della persona. Per quest’ultimo motivo le persone che rivivono il momento traumatico in modo così invasivo passano la maggior parte del tempo ad evitare qualsiasi situazione o cosa che abbia un collegamento con tale evento per non rievocarlo o addirittura eliminano l’evento in parte o integralmente dalla propria memoria.
Gli eventi stressanti inducono un aumento dello stato di attivazione che normalmente decresce con il passare del tempo successivo all’evento. Tuttavia, in alcuni casi questo tipo di attivazione rimane elevato anche dopo la scomparsa dell’evento che l’ha scatenata, provocando nella persona uno stato di tensione continua che si manifesta con irritabilità, disturbi del sonno, ipervigilanza, risposte d’allarme, deficit di concentrazione e memoria.
Inoltre in questa patologia è presente una difficoltà nella regolazione dello stato affettivo – emotivo, una sorta di senso di distacco e indifferenza rispetto all’ambiente circostante che porta ad un allontanamento dalla famiglia e da qualsiasi tipo di rapporto sociale, alternato a stati di esplosioni emotive di collera e angoscia, che non possono essere attribuibili alla situazione specifica del momento.